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di ARMANDO DE VINCENTIIS  *

    

Il fenomeno della possessione demoniaca non è fenomenologicamente differente dal quadro della possessione divina (estasi), ciò che cambia è il diverso significato attribuito a tale esperienza. Nella prima l'invasore è ritenuto di natura maligna, nella seconda l'invasore è di origine divina e come conseguenza, i vissuti emotivi del posseduto sono: di angoscia estrema nell'una e di gioia e beatitudine nell'altra.

In questa sede, la nostra attenzione sarà rivolta alla possessione demoniaca (maligna) rimandando il lettore ad altre fonti per quella divina.

In ambito cattolico, è possibile effettuare un'ulteriore distinzione su tale fenomeno, infatti, la possessione può essere "lucida", ossia un soggetto è assolutamente consapevole della presenza dentro di sé di un'entità esterna, misteriosa e negativa, oppure "sonnambolica", in tal caso, l'invasore assume il controllo totale del corpo e delle azioni del soggetto,la cui personalità è totalmente sommersa (Ellemberger, 1976). Ciò che crea fascino, scalpore e terrore, in ambito cattolico, è quest'ultima forma di possessione.

Gli "esorcisti" effettuano una diagnosi di possessione dopo aver riscontrato alcuni criteri, a loro modo di vedere, di nessuna pertinenza psichiatrica e quindi, ritenuti inspiegabili e sovrannaturali: la conoscenza di lingue sconosciute, la conoscenza di fatti lontani o di scritti mai letti, una forza fisica straordinaria ed infine una sconvolgente avversione al sacro (Balducci, 1988).

Prima di passare in esame i criteri appena esposti, è opportuno ricordare che comportamenti con caratteristiche simili sono riscontrabili in tutte le forme di patologia psichiatrica (Mastronardi, 1995) ed in altre culture non cattoliche, con l'interessante osservazione che molti comportamenti di possessione assumono significati diversi secondo i diversi modelli culturali di appartenenza. In alcuni popoli, certi atteggiamenti non hanno neppure un significato religioso, ma entrano a far parte dei rituali folcloristici della vita quotidiana (Lewis, 1972).

Tornando ai criteri di possessione, osserveremo che anche questi non sono sottraibili all'osservazione psicologica e per ognuno daremo la giusta lettura.

  

Le lingue sconosciute

è doveroso ricordare che, per quel che sappiamo, non è mai stato registrato, realmente, un intero discorso fatto con una lingua sconosciuta al soggetto posseduto e conosciuta da altri, come l'inglese, il tedesco, il russo ecc. Stranamente, si tratta solo lingue sconosciute agli stessi esorcisti, come l'aramaico o altri dialetti antichi. Uno studio controllato ha invece evidenziato che il linguaggio dei posseduti è in realtà un linguaggio privo di alcun senso, che utilizza i fonemi fondamentali della propria lingua, con un codice molto ristretto simile a quello dei bambini nelle prime fasi di vocalizzazione e misto a parole straniere di conoscenza universale (Pattison, 1973). La coerenza del discorso è, con molta probabilità, solo una costruzione mentale dell'ascoltatore o di colui che, preso dalla suggestione e dalla meraviglia, perde momentaneamente il proprio senso critico.

  

La conoscenza di fatti remoti

Questo criterio è perfettamente spiegabile con un fenomeno ben noto agli psicologi, "la criptomnesia". Sarà capitato a molti di veder riaffiorare alla propria memoria frasi, canzoni o poesie ritenute da tempo dimenticate o mai apprese, e quanta meraviglia da parte degli altri si è creata di fronte ad un fenomeno così straordinario a tal punto da considerarlo paranormale. In realtà, l'evento è soltanto la conseguenza di uno strano comportamento della memoria, grazie al quale, fatti, avvenimenti, frasi o immagini, un tempo percepite ed immagazzinate nella mente, vengono rimossi ed apparentemente dimenticati per poi riaffiorare a distanza di anni, dando l'idea di un fenomeno fuori natura.

  

La forza straordinaria

Su questo punto non occorre soffermarsi molto, qualsiasi psichiatra è a conoscenza del fatto che alcuni stati patologici possano, per brevi attimi, dar origine ad una forza superiore. Tuttavia, nell'indemoniato questa forza non va mai al di là delle normali leggi fisiologiche. Non si è mai visto un posseduto piegare sotto gli occhi di tutti una spessa sbarra di acciaio.

 

L'avversione al sacro

Se si prova a spruzzare dell'acqua benedetta ad un posseduto si osserverà una reazione di angoscia e di sgomento. Ma, fin quando un esperimento a doppio cieco, in cui né lo sperimentatore né l'indemoniato siano a conoscenza del fatto che si stia spruzzando acqua benedetta o acqua non benedetta, evidenzierà la realtà di tale fenomeno (pur immaginando già il risultato dell'esperimento), esso va considerato semplicemente come una recita inconscia dovuta ad un'identificazione nel ruolo di posseduto dal Diavolo.

Non ritengo concluso il discorso sulla possessione demoniaca, ma credo che il lettore non possa più evitare di considerare quanto detto in questa sede e lo invito ad approfondire l'argomento osservandolo anche sotto l'aspetto antropologico, allo scopo di comprendere meglio come la possessione, oltre alla conseguenza di condizioni patologiche, sia anche e soprattutto una costruzione culturale.

   

Riferimenti

C. Balducci, La possessione diabolica, Roma 1988.

H. Ellemberger, La scoperta dell'inconscio, Torino 1976.

M. Lewis, Le religioni estatiche, Roma 1972.

V. Mastronardi, Rassegna di psicoterapie. Ipnosi, vol. 1, gennaio-giugno 1995.

M. Pattison, Psichiatria clinica e religione, Milano 1973.

   

  

   

©2002 Armando de Vincentiis. L'articolo, qui riprodotto con il consenso dell'autore (* psicologo, vice presidente del CICAP, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale-Puglia), è apparso nel sito di La voce scettica, bollettino informativo sulle attività del CICAP gruppo Piemonte.

  


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