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di VALTER FASCIO

Medaglione raffigurante la presunta figura della marchesa Adelaide di Susa sposa di Oddone di Savoia-Moriana.

   

La storia della città di Susa è legata profondamente ad Adelaide, nata nel castello di Susa, nella marca arduinica, vasto territorio di confine con la Francia, in una data imprecisata, tra il 1010 e il 1016, da Olderico Manfredo, conte di Torino e marchese di Susa, e da Berta d’Este.

Una figura degna di essere accostata alla celebre Matilde di Canossa, di cui era peraltro cugina, che seppe da sola destreggiarsi tra papi ed imperatori, una donna capace di tenere in scacco i potenti per preservare il governo della marca, ma di cui non si conosce neppure il volto, le vicende legate agli ultimi anni della sua vita e alla sua fine.

Bisnonno di Adelaide era quell’Arduino il Glabrione, condottiero che nel 976 cacciò finalmente i saraceni dalla valle di Susa. Anche il padre, Manfredo II, è passato alla storia come un grande principe illuminato.

Da lui Adelaide eredita tutte le terre tra Ivrea e Ventimiglia e quando Manfredo muore, nel 1035, va sposa ad Ermanno di Svevia. Matrimonio di breve durata, neanche il tempo di dare alla luce un erede, perché Ermanno muore di peste nel 1038. Adelaide si risposa con Arrigo del Monferrato, ma nel 1044 rimane nuovamente vedova.

Nell’anno 1045 terze nozze per Adelaide che sposa Oddone, Conte di Savoia-Moriana, figlio di Umberto Biancamano, recandogli in dote un vasto territorio di confine, la marca arduinica, che comprendeva il marchesato di Susa, la contea di Torino e la marca del territorio Canavese.

Adelaide diviene con questa unione una delle più importanti figure del suo tempo: nascono i figli Pietro, Amedeo, futuro conte di Savoia, Oddone, Berta ed un’ultima figlia cui viene assegnato lo stesso nome della madre. Furono proprio questi ultimi, concepiti con il terzo marito a trapiantare in Italia l’antica nobile Casa Savoia.

Con questo matrimonio ha origine la dinastia sabauda ed il suo dominio su tutto il territorio alpino. Alla Savoia e alla Maurienne di Ottone si aggiungono, infatti, i vasti possedimenti di Adelaide che comprendono il marchesato di Susa, la contea di Torino, la Valle d’Aosta e moltissimi territori e castelli liguri.

Il marchese Oddone, tuttavia, muore improvvisamente verso il 1060 e da questa data, per quasi un trentennio, Adelaide governa da sola, stante la minorità del figlio Pietro che ottiene soltanto nel 1064 il titolo marchionale.

Formalmente Adelaide era contessa di Torino, poiché il titolo di marchese non poteva essere assegnato ad una donna, e apparterrà quindi ai suoi tre mariti, e successivamente, dopo la vedovanza, ai figli. Ma, di fatto, fu sempre lei a tenere le redini dello Stato, sia a Torino sia nei diversi comitati del Piemonte.  

Nel frattempo sua figlia Berta va in sposa ad Enrico IV di Sassonia e la giovanissima Adelaide a Rodolfo di Svevia. Quando nel gennaio del 1077 Enrico IV attraversa il Moncenisio per recarsi a Canossa dalla marchesa Matilde per riconciliarsi con papa Gregorio VII, Adelaide stessa lo accompagna insieme a Berta ed il piccolo Corrado.

L’imperatore dovette soprattutto a questa energica donna, più che alla stessa contessa Matilde di Toscana, alla sua fermezza e al prestigio se riuscì a strappare a Gregorio VII patti, se non equi, almeno eseguibili. Malgrado il castigo che fu grande e l'umiliazione immensa, la mediazione di Adelaide ebbe un gran peso, tanto da essere, di lì in avanti, molto stimata.

Poca fortuna ha invece il figlio Pietro che muore giovanissimo e senza eredi maschi nel 1078. Il figlio Oddone diventa vescovo di Asti, mentre nel 1080 muore anche Amedeo II che aveva fatto in tempo a sposare Giovanna di Ginevra ed ad avere un figlio da lei: Umberto II.

Sarà proprio questo nipote, detto il Rinforzato, a consolidare in futuro la dinastia dei Savoia con il figlio Amedeo III.

Sulla figura di Adelaide, donna eccezionale, specie per il suo tempo, sono fiorite diverse leggende. Pare che andasse a cavallo meglio di un uomo, tanto da essere considerata fin da piccola il maschio della famiglia.  Intervenne più volte personalmente sul campo di battaglia, in prima fila in mezzo ai soldati, com’è riportato durante la guerra contro la ribelle Haste.

Sono gli anni, infatti, della crescita delle prime strutture comunali e vescovili: a questo movimento la contessa si oppose strenuamente, minacciata dal continuo aumento dei poteri loro concessi dall’imperatore per garantirsi il passaggio e controllo della “Via Francigena”.

A spingerla alle elargizioni nei confronti di chiese, abbazie e conventi - come è dimostrato dall’incredibile numero di atti di donazione o di fondazione ancora oggi perfettamente conservati - sono quindi motivi politico-territoriali, collegati alla preminenza sul controllo strategico-militare delle importanti vie di comunicazione alpine.

Adelaide non fu né bella, né affascinante, nonostante i tre matrimoni. Carisma, fermezza, dolcezza: queste sembrano le caratteristiche più salienti che i suoi sudditi tramandarono di lei. Carisma nelle trattative, fermezza nel governare, dolcezza e affetto con il popolo che sempre predilesse e parlò bene di lei.

Gli ultimi anni della contessa sono amari: Adelaide deve pensare ad un matrimonio di prestigio che salvi il marchesato: la scelta cade, forse erroneamente, su Federico di Montbèilard che è inviso all’Impero.

I Montbèilard sono una casata legata alla chiesa ed a Matilde di Canossa, di cui Federico è nipote: nel 1091 l’imperatore Enrico IV rivendica la marca ed invita il figlio Corrado con le armi in pugno ad occuparla come erede della madre Berta.

Adelaide abbandona inspiegabilmente le armi, forse stanca per le tante lotte, e tenta di sfuggire al destino che sta ormai per compiersi. Si rifugia sulle impervie montagne del Canavese. Muore di lì a poco, in solitudine, ad età avanzata per quei tempi, il giorno 19 dicembre del 1091.

Statua in legno stuccato raffigurante la marchesa Adelaide di Susa, opera di uno scultore sconosciuto del ‘500

L’enigma della fine della contessa Adelaide circonda da sempre la sua figura: un  alone misto di storia e leggenda. Mai è stato individuato il luogo della sua sepoltura.

Che cosa ci faceva Adelaide lontanissima da Susa, nel 1091, in un luogo completamente fuori dal mondo e sperduto sulle montagne del Canavese come la minuscola comunità di Canischio?

Lo storico Semeria ci narra che la celebre marchesa, si era rifugiata in quelle contrade sopravvissuta ai figli ed anche alla prematura morte di Federico di Montbeliard, che lei aveva fortemente voluto come consorte della nipote Agnese, figlia di Pietro.

Secondo la tradizione popolare, prima di lasciare la vita terrena «ordinò di fondere una campana d’argento, da porsi sulla torre della Chiesa di Canischio»: la campana era detta la “Brettona” e recava incisa l’epigrafe antica «Adelaide di Susa me fecit».

Lasciò Adelaide il potere volontariamente, ammalata, ovvero sfuggita ad un’epidemia di peste?

E ancora, non fu invece abbandonata dai più fedeli sostenitori e, inseguita dagli Svevi, costretta ad abbandonare precipitosamente il Palazzo di Torino per rifugiarsi, prima nel fido Monferrato, poi nel più lontano Canavese? Di certo non era distante da quello stesso Santuario di Belmonte, fondato dal suo antenato… il Marchese Arduino d’Ivrea, l’ultimo re d’Italia.

Il canonico Colombo nel XII secolo scrisse che «il padre benedettino Giovanni de Ambrosys avrebbe notato che la marchesa Adelaide, ritiratasi in Valperga, qualche volta si portava a piedi scalzi al piccolo Monastero di Colberg, lontano circa due miglia, per onorarvi la Madre di Dio, il quale fu poi detto Belmonte…».

L'Armandi si interroga: «non è credibile che sì tanto donna, la quale i Pontefici avevano soprannominata la figlia di San Pietro, fosse finita così abbandonata».

Ma non avremo mai una risposta. Se non quella della medesima fine, avvolta nel mistero e nella notte, che avvolge la storia di molti personaggi celebri vissuti sullo sfondo dell’anno mille.

     

Bibliografia essenziale

A. Lostia, Storia di Torino, Roma 1988.  

  

   

©2005 Valter Fascio.

   


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